Dolce e Gabbana, polemica su figli e famiglia

Dolce e Gabbana al secolo Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono al centro di una grossa polemica nata per le affermazioni fatte durante un’intervista. Sei d’accordo con loro oppure no?
Domenico Dolce, gay dichiarato, ha commentato un argomento delicato, esprimendo la sua opinione e il mondo si è scomodato per dargli contro. Persino Elton John.
In pratica l’idea è di boicottare gli stilisti e le loro collezioni per protestare contro i loro commenti. Qualcuno si è domandato come si possa, in una società che si dice civile, boicottare qualcuno solo perchè ha espresso la propria idea con tutta calma e serenità.
Sono stati accusati di essere omofobi (com’è possibile se sono dichiaratamente gay?!?) per aver espresso il proprio parere contrario all’utero in affitto, ai bambini nati con la chimica.
Per Domenico Dolce i bambini dovrebbero nascere all’interno di una “famiglia tradizionale”, è il loro punto di vista. E anche se la frase attribuita a Voltaire è invece della saggista Evelyn Beatrice Hall, non ha con questo meno valore:
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”.
La libertà di parola e di espressione dove la mettiamo? Dov’è la democrazia? Ogni persona è libera di pensare e affermare i suoi pensieri, fa parte dei nostri diritti. Poi ognuno agisce come meglio crede giusto per sé e per ciò in cui crede.
Credo che aldilà di ciò che ognuno ritiene sia una “famiglia” ci sia da riflettere su un problema più ampio. Penso a quelle coppie che non possono avere figli e di contro a tutti quei bambini che nel mondo soffrono e rimangono orfani.
Perchè non rendere più semplice l’adozione? Ci sono coppie desiderose di avere figli e figli di nessuno che dovrebbero avere una famiglia.
Forse però dietro l’impossibilità o le difficoltà ad adottare ci sono speculazioni e giri di denaro, come si legge spesso in inchieste e processi, come quella coppia che per avere un figlio l’ha comprato.
Pare che nel mondo più le cose sono difficili e rese complicate meglio sia per alcuni quando invece sarebbe davvero semplice.
Quanti bambini italiani non hanno genitori? Quanti non vengono affidati e rimangono negli istituti?
E infine, tra tutte le polemiche sul modo in cui un bambino viene fatto nascere, o meglio, in cui si sviluppa un embrione che poi sarà un bambino, penso che è il corpo ad essere “prodotto” in un modo o nell’altro, ma personalmente non credo che un bambino, o un essere umano in generale, possa ritenersi solamente un corpo, altrimenti cosa ci renderebbe uno diverso dall’altro?
Solo la genetica?
Non sono forse il carattere, i sogni, le aspirazioni, la cultura, l’ambiente in cui viviamo a renderci chi siamo? Indipendentemente da come si nasce?
Cosa ne pensate?
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