Come svezzare un neonato

come svezzare un neonato

Sai come svezzare un neonato? Se sei al tuo primo figlio forse ancora no, quindi ecco alcune informazioni generiche per andare sul sicuro, poi una brava pediatra ti aiuterà. Ricorda però che tu conosci tuo figlio meglio di chiunque altro!

Per prima cosa sappi che OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito insieme ad altri organi, alcuni punti fermi, o cardini, cui rapportarsi. Li trovi di seguito.

Come svezzare un neonato

Come ti dicevo l’OMS ritiene che fino a sei mesi il neonato debba essere nutrito solamente con il latte materno (se possibile). Questo sarebbe un punto così importante da influire sulla salute pubblica.

L’EFSA (European Food Safety Authority) organo europeo per la sicurezza del cibo, ritiene che il latte materno sia sufficiente a nutrire il neonato fino all’età di sei mesi è solo una piccola percentuale di bambini ha bisogno di uno svezzamento precoce.

Se subentra questa necessità, il periodo adatto non è mai prima della diciassettesima settimana di età. E non oltre la ventiseiesima.

Quindi come vedete è previsto che non siano regole ferree, bensì elastiche e applicate a seconda dei singoli casi.

Anche l’associazione pediatrica europea (ESPGHAN) ritiene corretto l’allattamento al seno come unico metodo di sostentamento del bambino fino ai sei mesi.

In ultima analisi l’America Accademy of Pedriatrics concorda su uno svezzamento non prima dei quattro mesi compiuti e sconsiglia l’esclusiva alimentazione tramite latte materno oltre i sei mesi.

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Allattare al seno è sempre stato ritenuto ottimo per il bambino. La pratica comporta una crescita sana e ottimale, con benefici sia a breve termine che a lungo termine, così sostengono un po’ tutti.

Naturalmente lo svezzamento, possibile tra i quattro e i sei mesi, avviene quando si nota che il latte materno non basta più e quindi il bambino ha bisogno di altri nutrimenti.

Si sa che il latte materno fornisce al piccolo una barriera contro malattie, virus e patologie.

Ad esempio riduce la possibilità di tumori infantili, obesità e diabete, ma anche infezioni alle vie respiratorie e l’orribile morte in culla.

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photo credits | netmums

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